Kudo Daido-Juku  

 l’arte marziale del 3° millennio


 

Cos’è il Kudo?

 

 

Vorrei rispondere al quesito che ci viene posto circa la natura e le caratteristiche del Kudo: “Che cos è il Kudo?” come si può definire e in che modo può essere catalogato all’interno del panorama delle arti marziali.

 

  Il Kudo è un’arte marziale Giapponese evoluta, reale e completa.  

 

“Perchè evoluta?”

 

  L’evoluzione è una caratteristica chiave nel Kudo, è tutto ciò che è novità, cambiamento, verità. La differenza risiede nel programma tecnico, focalizzato essenzialmente su tutte le tecniche che rendono ottimale il risultato nello scontro, eliminando quelle che risultano inefficaci.

 

“Perché reale?”

 

  Tale realtà emerge già nell’addestramento, che nel Kudo è espressione di confronto con l’altro e di miglioramento tecnico con il proprio partner, attraverso uno scontro vero senza restrizioni di contatto ma allo stesso tempo reale e sicuro, attraverso il caschetto che ne determina sia la realtà dell’impatto del colpo, sia la protezione dagli urti e la messa in sicurezza del praticante.

 

“Perchè completa?”

 

  All’interno del panorama delle arti marziali esistono diverse realtà ognuna delle quali ha i suoi punti di forza e i suoi punti di debolezza, questo rende l’arte marziale stessa come carente di alcuni aspetti; il Kudo, al contrario, si propone nella sua essenza come arte marziale completa. La sua completezza si rende manifesta attraverso l’ idea fondatrice del Sensei T. Azuma, il quale ha dato vita a questa nuova disciplina pensandola come un’arte marziale che prevedesse un addestramento specifico per ogni tipo di situazione che si può verificare e che necessita di uno scontro reale. Il Kudo si configura come l’arte marziale del nostro contemporaneo, include in sé le caratteristiche della nostra modernità, l’evoluzione, la realtà e la completezza. Allo stesso tempo offre all’allievo una disciplina e un percorso ben definito, di crescita e di maturità sul Tatami.

 

Il Kudo racchiude in sé un’anima secolare proveniente dalla lunga tradizione delle arti marziali, e una freschezza di una disciplina giovane e moderna.

La scelta di avere il coraggio e la determinazione di percorrere questa via, è nelle vostre mani. Viva il Kudo!! 

                                                                                                  
Maestro Luigi Rossini, Responsabile Tecnico Nazionale

 

 



 

Perché  il Kudo?

 PERCHE'

 

 nel panorama delle Arti Marziali, ci dispiace dirlo, ma

 

NON FACCIAMO TUTTI "LA STESSA COSA"!!!

 

 

- IL  KUDO NON È UNA ARTE MARZIALE FIGURATIVA E QUINDI INEFFICACE

Nel Kudo non si praticano forme, cioè combinazioni di figure, poiché assolutamente inapplicabili nella realtà.

 

- IL KUDO NON È UN SISTEMA LIMITATO AD UN REGOLAMENTO SPORTIVO

Sbaglia chi pensa che basti indossare il caschetto da Kudo per combattere da Kudo. Nella nostra disciplina il combattimento è conseguenza diretta del suo metodo di addestramento.  

 

- IL KUDO NON È UN METODO DI DIFESA TEORICO E INGANNEVOLE

Non insegna a disimpegnarsi in situazioni pericolose virtuali che nella realtà si presenterebbero in tutta altra forma.

 

IL PRATICANTE DI KUDO SI ADDESTRA SU STRATEGIE E TECNICHE  EVOLUTE APPLICABILI IN QUALSIASI CONTESTO: ALLENAMENTO, GARA  E SITUAZIONI REALI DI PERICOLO.

 

 

A questo punto hai capito? Spero proprio di si, ORA, SCEGLI TRA LA REALTA’ DEL KUDO E LA FINZIONE.   

 


 

Un po' di storia

Azuma Takashi
Azuma Takashi

Azuma Takashi, tra i più importanti allievi di Mas Oyama, fu dallo tesso incaricato di studiare regole più realistiche per il Karate Kyokushin, padre di tutti gli attuali stili di Karate a pieno contatto. Una volta completata la nuova proposta di regolamento, Oyama ritenne di non adottarla in quanto nel frattempo il suo "knockdown karate" si era diffuso molto, troppo per un cambio di rotta così netto. Azuma a quel punto chiese ad Oyama il permesso di andarsene e formare il proprio stile, cosa che gli fu concessa e che rappresenta una delle rare scissioni amichevoli nella storia del Karate Kyokushin.

Da campione cintura nera 4° dan di questa disciplina ed allo stesso tempo cintura nera di 3° dan di Judo, egli riconobbe il potenziale di un'arte marziale completa. Uno dei precetti fondamentali nel Kudo (la via della mente aperta) era la creazione di uno stile di combattimento efficace e versatile che comprendesse un vasto programma di tecniche offensive e difensive efficaci tra cui: pugni alla testa, gomitate, testate, proiezioni, leve alle articolazioni e altre tecniche di combattimento a terra. Altri aspetti ritenuti critici dal fondatore furono le differenze in termini di corporatura ed i danni provocati dai colpi al volto.

Azuma, nel frattempo laureatosi in filosofia, ha dato a questa disciplina caratteri quali l'apertura mentale, il non attaccamento alle cose e l'interrelazione. Il fine di questi atteggiamenti, uniti alla realisticità del combattimento, è lo sviluppo della capacità di non sfuggire alla realtà ed affrontare le difficoltà positivamente e con coraggio, quale unico modo per ottenere la verità.

Nel 2013 il Kudo Daido-Juku è stato incluso a pieno titolo dalle autorità giapponesi nel "Nippon Budo", l'albo che racchiude tutte le arti marziali giapponesi e rappresenta l'essenza culturale del paese. Ora il Kudo o Daidojuku è esteso a livello mondiale e tutti i suoi istruttori e capi sono certificati e registrati sotto la Kudo International Federation, conosciuta anche come K.I.F.

 


Il Kudo in Italia

 

In Italia il Kudo è rappresentato dalla FEDERAZIONE KUDO ITALIA, organo ufficiale nazionale della KIF, Kudo International Federation.


 

Equipaggiamento

Gli atleti di Kudo o Daidojuku indossano un ufficiale Kudo Gi (simile al judo gi, resistente per le proiezioni, ma più leggero e con le maniche più corte rispetto a una karate gi tradizionale) la cui colorazione è prevista sia in bianco o che in blu per facilitare la distinzione degli atleti nelle competizioni, come nel Judo. Questo design è ideale per le tecniche di presa e proiezione. Per gareggiare sono anche richiesti una conchiglia integrale, un paradenti, dei guantini ufficiali della K.I.F. (che evitano il contatto diretto ma che lasciano libere e scoperte le dita per permettere le prese) e uno speciale casco di protezione K.I.F. con visiera in plexiglass (una delle particolarità più evidenti di questa disciplina rispetto ad altre) per proteggere i combattenti da danni al volto e traumi.

Pur apparendo simpatico questa specie di casco spaziale è il dispositivo che permette di apprendere tecniche realistiche in sicurezza, tanto importante quindi da essere trattato dagli agonisti come fosse la propria Katana.


 

 

I principi del Daido Juku  (Daido Juku Kun)

  

Nel perseguire l’apprendimento del Kudo

 sviluppiamo una grande forza fisica e mentale

 per educare noi stessi e acquisire intelligenza,

 vivere tra gli altri con generosità e umanità,

 migliorare la nostra personalità 

 e quindi contribuire positivamente alla società.